
Insieme la Benecia e l’Alto Isonzo hanno tutti gli ingredienti per diventare una destinazione cicloturistica internazionale: parola di Fania Kok, sudafricano di nascita, diventato una sorta di «guru» mondiale del turismo su due ruote, che domenica 6 aprile a San Leonardo ha tenuto a battesimo la nuova Regione ciclistica transfrontaliera. È stata una giornata molto intensa di lavoro, partecipatissima (dai club ciclistici italiani e sloveni, dalle organizzazioni che si occupano di turismo da entrambi i versanti del confine, dagli amministratori locali e regionali) e molto proficua.
«Nel cicloturismo, negli ultimi anni, si registrano i più alti tassi di crescita economica e per questo in tutto il mondo ci sono forti investimenti per attrarre questi flussi di visitatori. È un segno del successo del turismo lento, quello che rifugge le località colpite dal fenomeno dell’overtourism – ha spiegato Kok –. Non sono persone che cercano il mordi e fuggi, ma piuttosto esperienze uniche e sorprendenti, relazioni con le persone del luogo, un’immersione nel territorio. Da non sottovalutare anche il fatto che il cambiamento climatico, con l’aumento medio delle temperature estive nei paesi più sviluppati, porta un crescente numero di persone a cercare le vacanze in località montane ». Kok ha sottolineato un’altra caratteristica di successo per la nuova Regione ciclistica transfrontaliera: «Piacciono le destinazioni attraenti sotto il profilo dell’identità, con caratteristiche culturali uniche e di nicchia. Per questo le aree cicloturistiche transfrontaliere hanno un forte richiamo turistico».
L’idea della Regione ciclistica transfrontaliera è di Leon Leban, tour operator privato di Tolmino, fondatore della società per azioni «Soča Valley/Dolina Soče», prontamente accolta da Dmo Benečija (struttura operativa dell’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone che si occupa della valorizzazione turistica del patrimonio culturale locale), che ha coinvolto a sua volta l’ente turistico della valle dell’Isonzo (Zavod za turizem Dolina Soče), il Parco regionale delle Prealpi Giulie e il Parco nazionale sloveno del Triglav, che insieme costituiscono la Riserva di biosfera Mab-Unesco. Si tratta di unire le forze per presentarsi insieme sul mercato turistico mondiale, adottando strumenti comuni di marketing e di servizio agli ospiti, realizzando itinerari e mappe che spaziano senza barriere da un versante all’altro del confine, facendo leva su una straordinaria ricchezza e varietà naturalistica, culturale ed enogastronomica. Un percorso non semplice e scontato, come ha sottolineato l’esperto Fania Kok, che richiede consistenti investimenti in infrastrutture (le piste ciclabili e i servizi connessi) e in comunicazione, per farsi conoscere e distinguersi nel mondo.
Il territorio però ci crede. Forte l’interesse e il coinvolgimento daparte dei club ciclistici intervenuti. Dal Friuli erano presenti l’associazione sportiva «Machete» di Pulfero (che gestisce la «Natisone Bike Area», estesa in tutte le Valli del Natisone) e l’associazione «Maglia Nera» di Nimis (che gestisce la «Bernadia Trail Area» tra Nimis, Tarcento e Lusevera); sul versante sloveno presente il «Bovec bike park» di Čezsoča, l’associazione Tcs di Nova Gorica, il club alpino di Nova Gorica (che ha una sezione specializzata nel biking montano), l’associazione ciclistica «Dh» di Avče e il club ciclistico «Soča» di Kobarid.
L’iniziativa della Regione ciclistica transfrontaliera si inserisce pienamente nello spirito del progetto del nuovo Gect tra Benecia e Posočje, come hanno sottolineato il presidente della Comunità di montagna e sindaco di San Leonardo, Antonio Comugnaro, e Simon Škvor, direttore del Centro per lo sviluppo del Posočje, ovvero i due enti che stanno conducendo lo studio di fattibilità del Gect. «Il nuovo ente è un contenitore che va riempito di contenuti. Oggi con questa giornata iniziamo a farlo», ha sottolineato Comugnaro. Sono intervenuti molti sindaci. A fare gli onori di casa è stato Antonio Comugnaro, che è anche presidente della Comunità di montagna Natisone Torre. Quelli di Resia, Anna Micelli, di San Pietro al Natisone, Cesare Pinatto e di Stregna, Luca Postregna, hanno raccontato gli importanti progetti avviati sul territorio (rispettivamente la nuova ciclovia della Val Resia, l’Ostello dello sportivo di S. Pietro al Natisone e il progetto Digimobi per la mobilità lenta).
Rilevanti le sottolineature arrivate dai consiglieri regionali: Roberto Novelli (Forza Italia) ha apprezzato l’enfasi data dal progetto alle ricadute economiche che possono arricchire il territorio e ha invitato a valutare attentamente tutte le azioni dall’ottica di entrambe i versanti del confine, stante le forti differenze presenti e non solo culturali e legislative (la Valle dell’Isonzo è infatti già molto avanti nello sviluppo turistico rispetto alla parte italiana, e i due territori hanno evidentemente esigenze differenti che vanno entrambe soddisfatte). Il consigliere regionale Marko Pisani (Slovenska skupnost) si è invece complimentato con Sandro Quaglia, referente della Dmo Benečija, per l’importante iniziativa realizzata in così poco tempo di operatività (meno di 2 anni).
A tal proposito, il presidente dell’Istituto per la cultura slovena di S. Pietro al Natisone, Giorgio Banchig, ha fatto appello ai consiglieri regionali e ai sindaci presenti affinché facciano pressione sul Parlamento per aumentare lo stanziamento annuale che la legge di tutela per la minoranza slovena destina allo sviluppo economico delle aree della provincia di Udine in cui è insediata: «Sono risorse di vitale importanza per contrastare lo spopolamento». (Ivan Grohar)