Continuiamo la pubblicazione di alcune note sulla carestia che ha colpito il Friuli e le montagne della Slavia negli anni 1816 – 1817, tratte Fame dall’anno 1816-17 di Attimis e Platischis con Note storiche relative, di Pietro Bertolla senior (Libro 2, Fondo mss Bertolla Archiv. Semin. Udine)
á 1817-3 gennaio: P. Pietro Zujani Cappellano di Platischis colla testimonianza di P. Pietro Pojana Cappellano di Montemaggiore scrive al Vicario Adami, che la miseria in questi due Paesi è terribile…Ecco la lettera:
«…Raccomandandosi il Signor Cappellano della Comune di Platischis al Signor Vicario di Attimis ed Annesse.- Aumentandosi sempre più le miserie in questo Comune di Platischis e Frazione di Montemaggiore, che per documentare le medesime con mio giuramento posso asserirle, che sin a quest’ora stavano sulla speranza di ricever qualche soccorso secondo le supliche tempo già fu fatte alli Superiori; ma tutto è svanito, e restano adesso più morti che vivi senza speranza e senza sostanza, perché cosa alcuna non si vede per loro alimento, ma bensì tutto giorno si vede la Piaza che a tutti è lecito di vender più caro che sia possibile e questo li fa più tormento, non vedendosi Giustizia alcuna, né bontà.
E Le so dire che ho dovuto più e più volte correre e di giorno e di notte, ora per Platischis, ora per Montemaggiore, che mi hanno chiamato per visitar li Amalati, perché li viene un male improviso con un fredo in principio che tremano a più potere, e questo senza dubio per la mancanza di sussistenza e che sono in pericolo di morire senza Sacramenti cose che fanno orrore.
È miseria generale, ma la maggior in questi due villaggi. Essendo il sito più alto, e soggetto al fredo, e Neve, come si trova il giorno d’oggi, avendo già finito di consumare li pochi legumi ed erbagij, che più di loro e specialmente alcune vedove Le mangiavano senza sale, e tutti senza farina, che ne pure li Animali suini le stentano a mangiare con pura aqua. Si ha bensì procurato a sovvenirli più volte, ma non si possa più, perché ancora io sarò costretto, se Dio non provede, di Lasciarli, perché mi fanno passione, e mi trovo nelle strettezze non avendo tanto di poter comprarmi il sale e la Lume.
E di più attesto, che la frazione di Montemaggiore si trova in grandissima miseria essendo un sito più alto di tutte le frazioni della montagna: primo non hanno raccolto altro che pochi erbagij; secondo sono stati flagellati sempre dalli loro Avversari (di Bergogna) colla Lite (sui beni comunali) e particolari tradimenti e danni; terzo colla disgrazia dell’elemento del fuoco la seconda volta; quarto tutt’ora sono tormentati e sforzati di pagar francabilmente dove hano fatto Capitali in comune per difendersi dalli loro Nemici in tempo di litte tempo già fu, e che nepure avranno la semenza di sorgo per poter seminare non potendo in quel sito riuscire ogni semenza per essere sito alto soggetto al vento e frigido, e che li sento a dire essendo più di loro andati a cercare periscono per strada di fredo, e di fame perché nudi, e senza calceamenti, specialmente quelli che patiscono la disgrazia del fuoco sono in pericolo di andar in disperazione e perder tutto, che Dio ci guardi, se Iddio non provede, come si spera che provvederà, perché non hanno cosa alcuna di sostentamento, né possono tutti andar per mondo cercando essendo serrati dalla neve è per così dire Nudi e deboli.
Ecco dunque lo stato delli infelici ed il ritratto delle miserie. Pregandola dunque quelle misure che Lei crede saggie su questo interessante rapporto di avanzare alle Autorità superiori lo stato infelice in cui si trova questa mia popolazione è son certo che procurerà con i saggij suoi riflessi il mezzo di un pronto riparo un disordine di tanto orrore. In tanto coglio il vantaggio di protestarle la mia dovuta stima. E sono di Lei umilissimo ecc.
Platischis li 3 Gen.° 1817.
P.Pietro Zujani Cap.° di Platischis
Io D. Pietro Pojana affermo Cap.° di Monte maggiore”